Eleousa (Vergine della tenerezza)

Nella tradizione della Chiesa dei primi secoli, l'icona (tavola in legno dipinta con colori a tempera) costituisce un elemento importantissimo nella vita di fede e di preghiera dei cristiani.
In quanto espressione del mistero dell'Incarnazione di Cristo, l’icona tradizionalmente non veniva considerata semplicemente arte sacra, ma una fonte della Rivelazione quasi alla pari con i Vangeli («Quello che il Vangelo ci dice con le parole, l'icona ce lo svela attraverso le linee e i colori», dicevano i Padri della Chiesa); per questo più di un Concilio Ecumenico trattò temi e problemi collegati all'icona, definendo dei «canoni», cioè delle tipologie secondo cui raffigurare i vari personaggi.
Una delle tipologie più antiche e venerate della Madre di Dio è l'«Odigitria» (dal greco «la Guida»), in cui la Vergine sorregge su un braccio il Bambino, indicandolo con l'altra mano come «verità, via e vita». In tal modo la Vergine si fa guida del popolo cristiano verso Cristo, che a sua volta, anche se rappresentato secondo proporzioni infantili, è già il Maestro e il Signore.
Ma oltre alla "Odigitria" abbiamo altre quattro tipologie di rappresentazione della Vergine:

Le icone della Madre di Dio testimoniano la profondità e la bellezza della fede cristiana, e anche l'unità delle tradizioni che ci legano all'Oriente cristiano. Infatti l'icona, che a partire dal Rinascimento viene dimenticata nel mondo occidentale, nasce originariamente come patrimonio comune della Chiesa indivisa, esprime la fede della Chiesa universale nella divinità e nell'umanità di Cristo. L’immagine che presento si ispira alla Vergine della Tenerezza di Vladimir.

Gli elementi dell'icona